A cosa serve?
L’ecocontrastografia è un metodica ecocardiografica che prevede la somministrazione per via endovenosa di un mezzo di contrasto durante l’esecuzione di un ecocardiogramma transtoracico o transesofageo. I mezzi di contrasto adoperati in ecocardiografia sono diversi dai tradizionali mezzi di contrasto radiologici. L’effetto ecocontrastografico è dovuto alla formazione di microbolle che, aumentando la riflessione degli ultrasuoni, potenziano il segnale acustico e migliorano la qualità dell’immagine ecocardiografica (migliore definizione dei bordi endocardici e dei flussi valvolari, possibilità di valutare la perfusione coronarica).
Come viene eseguito?
L’esame viene condotto come un normale ecocardiogramma transtoracico o transesofageo. Al paziente viene applicato un accesso venoso periferico, in genere al braccio destro, attraverso cui viene iniettato il mezzo di contrasto. I mezzi di contrasto di prima generazione sono ottenuti miscelando manualmente aria e soluzione fisiologica tramite due siringhe collegate da un rubinetto. Spingendo alternativamente gli stantuffi delle due siringhe si formano microbolle di dimensione in genere superiori ai venti micron, ad emivita breve, capaci di opacizzare solo le cavità di destra, non potendo oltrepassare il microcircolo polmonare. Successivamente l’industria ha realizzato mezzi di contrasto formati da microbolle di dimensioni minori (da uno a dieci micron), di grandezza uniforme, stabili e capaci di attraversare il circolo polmonare e distribuirsi nelle sezioni di sinistra. Queste microbolle se colpite dagli ultrasuoni si rompono o oscillano emettendo delle onde ultrasonore con frequenza differente rispetto al fascio che le ha colpite, e generando pertanto una serie di segnali armonici che possono essere analizzati dagli ecocardiografi di ultima generazione. L’elaborazione di questi segnali acustici consente di osservare l’opacizzazione delle cavità di sinistra e anche del miocardio, una volta che il mezzo di contrasto si è diffuso nel muscolo cardiaco attraverso il circolo coronarico. I mezzi di contrasto hanno inoltre la capacità di aumentare il segnale Doppler, migliorando pertanto la visualizzazione dei flussi valvolari. L’ecocontrastografia con soluzione fisiologica agitata può essere utilizzata per ricercare un eventuale passaggio di sangue attraverso il setto interatriale, a livello della fossa ovale, in pazienti con ictus/TIA di sospetta origine cardioembolica o emicrania. In questo caso le microbolle devono opacizzare solo le sezioni di destra per poter evidenziare l’eventuale passaggio a sinistra durante manovre che aumentano la pressione nelle sezioni destre (come la manovra di ponzamento o di Valsalva). L’uso di mezzi di contrasto di seconda generazione, capaci di attraversare il circolo polmonare, permette l’opacizzazione della cavità ventricolare sinistra e migliora la definizione del bordo endocardico. Ciò porta ad una più accurata stima della funzione ventricolare sistolica globale (FE) e regionale in quei pazienti in cui la finestra acustica transtoracica non è ottimale. La distribuzione dei mezzi di contasto di seconda generazione al miocardio permette di studiare la perfusione coronarica. Le regioni normalmente perfuse dalle coronarie sane presentano un aumento del segnale ecografico per effetto delle microbolle che, attraverso il microcircolo raggiungono tutti gli strati del muscolo cardiaco. Le regioni nelle quali vi è una stenosi coronarica presentano una riduzione o assenza di flusso e pertanto non mostrano aumento del segnale ecografico. Perciò in tutte le condizioni nelle quali vi sia ischemia cardiaca o pregressa necrosi miocardica l’effetto ecocontrastografico miocardico è assente. E’ inoltre possibile studiare direttamente un tratto del decorso delle coronarie epicardiche utilizzando la sonda transtoracica. Il mezzo di contrasto iniettato in vena periferica permette di migliorare la visualizzazione del flusso coronarico e delle sue eventuali variazioni legate a stenosi coronariche. Infine i mezzi di contrasto possono essere utilizzati per migliorare la visualizzazione dei flussi valvolari attraverso il potenziamento del segnale Doppler. Un impiego in questo senso è la valutazione del flusso attraverso la valvola tricuspide per la stima della pressione sistolica in arteria polmonare.
Può avere effetti collaterali? C’è bisogno di consenso informato?
L’ecocontrastografia viene eseguita in laboratori altamente specializzati (2° e 3° livello) da personale preparato. Non è un esame di routine e il suo impiego viene deciso in base al quesito clinico. La somministrazione endovenosa di mezzo di contrasto appare sicura, non provocando effetti collaterali dannosi a livello locale o sistemico. Nonostante ciò è opportuno che il paziente sia adeguatamente informato circa la modalità di esecuzione e le finalità dell’esame e che esprima in maniera scritta il proprio consenso all’esecuzione.